LA PAROLA AL PARROCO, 23 Marzo 2025

DOPO DUREX… ALL’ EDUCAZIONE SESSUALE PROVVEDE IL PORNO-STAR

Forse non è molto elegante citare (e quindi pubblicizzare indirettamente) una nota marca di profilattici su un foglio di comunicazione pastorale castigato come il nostro, severamente vigilato da un prete moralista come il sottoscritto: ma la notizia è talmente scandalosa che mi assumo consapevolmente il rischio di essere frainteso, accusato di indecenza o, al contrario, di oscurantismo. E di puritanesimo.

Il Comune di Milano, il 7 maggio 2024, ha siglato un accordo con la ditta Durex, multinazionale produttrice di preservativi (e di altri prodotti per il benessere sessuale), e le ha affidato, per l’anno scolastico 2024-25, l’incombenza – cruciale e delicatissima – dell’educazione affettiva degli studenti che frequentano le Scuole Superiori nella metropoli.

Dov’è lo scandalo? Nell’evidente interesse economico-commerciale dell’azienda e nell’innegabile vantaggio a promuovere un approccio al sesso indirizzato a trasformare gli studenti in clienti. Ma soprattutto è sconcertante che, dal punto di vista delle istituzioni pubbliche, il percorso per accompagnare la maturazione sessuale dei giovanissimi si riduca alla presentazione-proposta dei “mezzi” contraccettivi per non incappare nelle conseguenze di rapporti “genitali” occasionali e promiscui.

Diciotto anni fa a Cremona, in occasione del XII Salone dello studente, in uno stand “autorizzato” (da chi?) vennero sistematicamente distribuiti profilattici ai ragazzi di età compresa tra i 10 e i 13 anni per “educarli” (si disse allora) a proteggersi non “dalle” ma “nelle esperienze precoci del sesso”: alcuni genitori ed educatori (compreso il sottoscritto) protestarono, anche attraverso il giornale locale “La Provincia”, e vennero accusati di “reazioni abnormi e risibili” e apostrofati come “ipocriti benpensanti”.

Insulto non particolarmente originale, in realtà: “giusto” prezzo, comunque, per non “buttare all’ammasso”, insieme alla coscienza, anche l’intelligenza.

Il gesto (la distribuzione dei preservativi ai minori) si lasciava interpretare, infatti, come un messaggio affatto ambiguo: «Quanto al sesso… puoi fare tutto e… forse di più; l’importante è che non provochi danni alla salute, né a te né agli altri». Già! Ma di quale salute parliamo? Di quella fisica e corporale? Di quella psicologica e mentale? Di quella morale e spirituale? Di quale “salute” deve occuparsi la Scuola? Non è forse vero che la “salute dello studente” ha molti risvolti… da armonizzare unitariamente? E che ogni tentativo di ridurre la sessualità all’esercizio genitale si ripercuote inesorabilmente contro la maturazione personale e relazionale degli adolescenti? “Fare sesso” è solo una “sana e consapevole libidine”? Il contributo “formativo” che il mondo degli adulti sa offrire ai giovani in merito ad una dimensione così intrigante e totalizzante come la sessualità è solo la “sicurezza” contro le malattie veneree e le gravidanze indesiderate?

Certo, è più facile distribuire profilattici e contraccettivi che educare alla responsabilità, alla comprensione e al rispetto del linguaggio sessuale, e (azzardo parole-tabù quasi impronunciabili) all’esercizio della “continenza” e della “castità”. Non sarà il caso di tornare a dire ai giovani che l’amore è “accettivo”, cioè accogliente,mentre l’istinto è centripeto come un tiranno, nasconde un impeto anarchico, si lascia sedurre solo dal piacere e dal proprio egoismo? Impostare l’educazione sessuale a partire dalla “contraccezione” (etimologicamente: contro l’accettazione dell’altra persona e della vita) non significa forse tradire la logica stessa della sessualità a servizio del “dono di sè”, ingannando le nuove generazioni sulla verità e la bellezza del proprio corpo, che è la faccia dell’anima e ha un linguaggio impegnativo, e non può essere “venduto a pezzi” senza che lo si perda del tutto?

Qualche settimana fa, il 3 marzo 2025, l’istituto professionale “A. Ponti” di Gallarate (Varese), per “educare affettivamente e sessualmente” i propri alunni ha invitato, in qualità di esperto, un porno-attore: l’iniziativa è stata giustamente bloccata dall’Ufficio Scolastico Regionale dopo la protesta dell’Associazione “Pro Vita&Famiglia”, che, in un suo comunicato, scrive:

«Ci chiediamo a che titolo una persona che fa della sessualità un business economico e commerciale ne possa parlare a minori in modo obiettivo, dal momento che la pornografia è la totale e più bieca distorsione di una sana sessualità. Dubitiamo che un attore-porno possa dire ai giovani la verità sul mercato della pornografia, una delle più devastanti piaghe e dipendenze giovanili degli ultimi anni… La scuola, ha considerato il rischio che i minori coinvolti nell’iniziativa possano essere indotti a seguire i profili social dell’attore-porno e a iniziare a usufruire dei suoi “servizi” a pagamento?».

Una cosa è certa: i giovani (ragazzi e ragazze) che, tribolando come tutti in una battaglia senza sconti, sono decisi a sostenere la sfida dell’amore casto, sprigionano un grande fascino e, paradossalmente, una forte carica erotica. Che nessuna esibizione di nudità o prestazione sessuale potrà mai uguagliare.

Ultimo aggiornamento: 23 Marzo 2025